Alberi volanti parte II - scale che non scalano

Scale che non scalano, ovvero, come fare le cose “alla cambogiana”
Non ha funzionato. Ci vorrebbero altri 6 Nak o un altro paio di Thor per tirare giù quell'albero.
“okay ho un piano” dico io a Thor.
Nak sorridendo se ne va
“ci arrampichiamo sull'albero a fianco e lo tagliamo anche dall'alto.”
Thor mi guarda dubbioso.
Sarà che pesa 20 kg più di me e che non è un esperto arrampicatore (ma mi ricrederò di ciò)
sarà che non è un'idea geniale
sarà che rimane comunque l'unica via possibile per tagliare questo albero.
già.
Arrampicarsi.
Lungo un tronco dritto e senza rami, almeno fino ai 9 metri di altezza.
Se fossi un cambogiano lo farei, loro lo fanno. Loro lo sanno fare.
Noi prendiamo una scala.
Una scala ovviamente troppo corta, posata su un terreno in pendenza e morbido e appoggiata ad un tronco troppo sottile per reggerla stabilmente.
Prendiamo anche una corda.
Salgo sulla scala instabile resa meno instabile da Thor.
Assicuro la scala all'albero con la corda.
Assicuro è una parola buttata qui a caso, dato che senza Thor la scala girerebbe semplicemente sul tronco e mi ritroverei a testa in giù a qualche metro di altezza.
Faccio passare la restante corda dietro alla mia schiena e mi lego all'albero, cosicché posso sporgermi verso il tronco volante senza cadere.
O almeno questo è il piano.
Ora viene il bello:
con l'inutile arnese (ormai è il suo nome tecnico) comincio ad abbattere l'albero volante.
Abbattere è un'altra parola a caso.
Comincio a battere a casaccio sul tronco, un po' per la conclamata impraticià del già citato inutile arnese, un po' per la posizione assolutamente inefficace, un po' per il timore che eccessivo utilizzo di forza mi faccia ribaltare dalla mia posizione per rimanere appesa come un baccalà.
(è buffo pensare che non saprebbero che sono appesa come un baccalà, perchè non penso che abbiano il baccalà, o perlomeno non so se lo appendano.)
dopo qualche minuto di lavoro, parecchio schernito da Thor, che scalpita per darmi il cambio e farmi sentire il rumore che fa un tedesco che cade da un albero.
(un tedesco che cade da un albero fa rumore se non ci sono altri tedeschi ad ascoltare?)
decido di scendere, cosa che mi occupa parecchio tempo visto che sono legata all'albero, e alla scala, e sono coperta di sudore, zanzare, formiche, legno. Con l'inutilarnese che mi ingombra le mani e scala vacillante.
Thor sale a darmi il cambio, non è per nulla una buona idea; glielo faccio notare e lui risponde semplicemente “no problem”.
Ma il “problem” c'è e se ne accorge al quartultimo scalino, non sono in grado di rendere la scala stabile, non sono abbastanza forte e nemmeno l'alluminio della scala lo è.
Cerca di tagliare dalla sua posizione, ma il bersaglio è troppo lontano e lo sforzo è eccessivo.
Tutto questo battere e sfrusciare e scuotere le fronde ha attirato i giardinieri.
(i dipendenti del centro si dividono tra keeper e giardinieri, i primi si occupano degli animali, i secondi delle piante. E grazie al cazzo direte voi.)
i due giardinieri (Sokny e Mao) ci guardano, siamo coperti di pezzetti di legno, corteccia e foglie, rossi in viso e lucidi di sudore.
Ridono
confabulano in khmer e si mettono subito a fare quello che stavamo facendo noi, ma meglio.
In due minuti hanno finito.
L'albero volante cambogiano ha smesso di schernire la forza di gravità e crolla a terra con un tonfo.
(nell'immagine: gente che fa il proprio mestiere e c'è un motivo se loro sono i giardinieri e non noi)

I giardinieri se ne vanno ridendo, noi ringraziamo e dopo aver reintegrato un paio di litri d'acqua a testa continuiamo il lavoro:
Tagliare l'albero a pezzi in modo da poterlo trasportare fuori dai recinti.
L'inutilarnese mi ha fatto perdere la pazienza, dico a Thor che ci vorrebbe un'accetta. Lui sorride e mi dice “ah, si, ce l'abbiamo vuoi che vada a prenderla?”
Maporc**a**o**a
vado a prendere l'accetta, chiedendomi se l'inutilarnese taglia meglio il legno o la carne di tedesco.
Torno con l'accetta.
Taglio con enorme soddisfazione il primo pezzo di tronco, con la mia bellissima, efficientissima accetta.
Thor è in modalità tagliaboschi o meglio “Holzhacker” gli passo l'accetta come per dire “hey tagliaboschi, con questa fai prima” (ricordate sempre che le conversazioni tra noi sono ai minimi termini, più versi e gesti che parole) lui sorride e da due possenti colpi al tronco, facendo partire la testa dell'accetta all'indietro, con un pezzo di manico attaccato.
Thor ha rotto l'accetta.
Ce l'aveva in mano da tre cazzo di secondi.
Tre secondi.
E così finisce questa storia, triste e lunga storia.
Triste perchè parla del sogno di un albero di poter volare, di due illusi che pensavano di poter tagliare un alberello in un oretta al massimo e di un'accetta, desiderata, agognata e poi persa, live fast die young.
Riposa in pace accetta mia.
In realtà finisce con noi sull'amaca che beviamo una birra gelata, coperti di pezzi di legno.
Non finisce poi così male, le tartarughe hanno più sole ora.
fine