Polli d'albero e rice wine – Episodio I




“vieni a bere con noi stasera?”
Io e Mr Peou su una moto, Thor e Tet sull'altra, la direzione è la casa di Sophea, la strada è l'unica possibile, la 67 verso Banteay srei.
Ci fermiamo un paio di volte, a comprare delle verdure, del rice wine e delle noccioline.
Arriviamo a casa di Sophea, c'è anche un altro collega, un giardiniere che però non parla mezza parola di inglese.
La casa è in legno e davanti ha uno spiazzo sterrato con un basso albero, Mr Po mi fa scendere e poi ridendo indica l'albero e sposta la moto.
“se non voi che si sporchi, non devi parcheggiare qui sotto!”
A lato della casa c'è una veranda con una pedana di legno rialzata, usata come tavolo e come letto e come sedia, dipende.


Polli e cani vagano liberi, un fuoco arde nel lato della veranda, illuminata da una lampadina che penzola libera.
Subito sotto il tetto una cesta in vimini ospita una gallina spelacchiata e i suoi pulcini.
Ci sediamo divisi tra il tavolo e le sedie e cominciamo a bere, il vino di riso assomiglia alla grappa, ne hanno preso tre bottiglie piene, immagino sia artigianale dato che si trova nelle bottiglie d'acqua, una delle bottiglie contiene pezzi di banana ed è di un bianco opaco, l'altra è sul rossiccio ed ha un sapore più secco.
I figli di Sophea si rincorrono in cortile; sua moglie non c'è, mi dicono, è in ospedale perchè è stata punta 7 volte dalle vespe, le vespe di qui, quelle pericolose, quelle di cui mi ricordavo il nome prima della terza bottiglia di rice wine.
È ora di mangiare e anche se sono solo le 18.20 il sole è tramontato e il cielo sta finendo di scurirsi; due dei miei colleghi si alzano e fionda in mano vanno a posizionarsi sotto l'albero in cortile, uno schiocco secco e uno starnazzo soffocato e qualcosa di scuro crolla dall'albero e comincia a correre.
Ecco perchè non bisogna parcheggiare sotto l'albero.
I miei colleghi si lanciano all'inseguimento, cercano il pollo nel buio che avanza, la povera creatura dormiva pacifica sull'albero, non aveva calcolato che la protezione e il cibo datogli dagli umani potesse avere un prezzo così alto.
Lo trovano e Thor gli tira il collo. Continua a correre nell'aria ancora per qualche secondo, viene spennato e infilato in una pentola.

La festa continua, Mr Peou, che faceva l'insegnante di inglese prima di venire a lavorare come guida, mi racconta di usanze e costumi, mi spiega le ricette e racconta aneddoti, Sophea lava la figlia più piccola in una bacinella vicino alla veranda e Tet e Thor bevono continuando a ridere, tra tedesco e cambogiano l'interprete è l'alcol.
Il pollo è pronto e viene servito. Tutti i piatti sul tavolo sono condivisi ed ognuno si serve da se, c'è il tagliere col pollo intero, diversi piatti di riso bianco cambogiano, degli spinaci e morning glory cucinati apposta per me, noccioline fresche appena cotte e spiedini piccantissimi con una salsa di pepe che mi ha appassionato per tutta la sera.
Il livello alcolico cresce e la lingua parlata smette di essere importante, ogni mezzo minuto c'è un brindisi, la parola khmer per brindare è spaventosamente simile a quella per mandare affanculo; vengo corretta nella pronuncia le prime 26 volte, alla 27esima comincio a dire “skoll” e “salute” che faccio prima.
Continua...