capodanno

Ciao, scusa se non ti ho scritto per capodanno.

Avrei voluto fare la battuta di quella che scrive dal futuro "raga il 2018 è una merda, non venite"
Ma più sentivo gente più la mia sensazione di solitudine cresceva.
Alle 21 ero a letto, cercando di scacciare il mal di testa e di trovare una maniera di acquietare le mie ansie.
Cercare di dormire a Siem Reap a capodanno è come rinchiudersi in un barile pieno di campanelle e piatti e lanciarsi da una collina pretendendo di fare una pennica durante il tragitto.
Cosí mi sono alzata, vestita, fatto due chiacchiere con Sasha (russo che vive nell'ostello in cui ogni tanto sto) e ho raggiunto una pazza francese che ho conosciuto la sera prima nell'altro ostello.

Laura.
Laura è in giro da sola da un mese o più, fa l'operatrice sociale in Francia, e ci siamo trovate bene, perché è un po' "speciale" come me.
Beviamo a bordo piscina immaginandoci la vita della gente.
La raggiungo ed è insieme a due amici
qualche birra e finiamo in quel marasma caotico che è pub street.
Un groviglio di vie immerse in una miscela di melodie cacofoniche spaccatimpani, tavolini, insegne e pali. Odori molesti e appetitosi si prendono a pugni nel mio naso mentre un abuso di illuminazione e luminarie e led e insegne lampeggianti mi ferisce gli occhi.
Normalmente evito questa merda come fosse la peste.
Stasera no.
È la miglior medicina alla mia malattia.
Occupa ogni centimetro cubico del mio cervello, il mio sensorio è oberato di stimoli e non ho un secondo per staccarmi e volare a casa con la mente.
Sto qui.
Tra i milioni di stronzi attorno a me.
Un mix di diverse etnie e provenienze.
Per la maggioranza sono Khmer, ma anche parecchi turisti.
Sto qui, tra la musica assordante.
Ogni locale ha il proprio impianto, e non parlo di una moderata scelta di amplificatori, parlo di muri di gracchianti di casse che nemmeno nei rave piú marci. Ogni 5 metri un sound diverso.
Le mie orecchie vengono abusate di continuo da Dj improvvisati che senza cognizione di continuità buttano canzoni a cazzo con l'imperativo "se non fa tunz tunz non vale"
E Cosí sto qui.
A ballare con i nani.
A ballare sudata fradicia senza preoccuparmi di sembrare stupida, senza pensare a nulla.
Persone si susseguono tra saluti, auguri e birre.
I Cambo sono entusiasti e fanno a gara per ballare con noi e fare le foto assieme.
Sembrano ragazzini di 11 anni massimo.
Alcuni sono quasi certa avessero meno di 11 anni...
La mezzanotte è passata veloce, una vocalist con la voce squillante come una bambina di 6 anni ci ha guidato verso il nuovo anno, fuochi d'artificio hanno illuminato il cielo mentre migliaia di persone li fissavano attraverso lo schermo dei loro telefoni.

Scusa se non ti ho scritto.
Ma ero impegnata a non pensare.
A lasciarmi alle spalle l'anno passato.
Buon anno nuovo.

Io e la mia tazza di ramen delle 4.14