Nel recinto dei velociraptor - Prefazione "L'infame bianco"

Prefazione: l'infame bianco.


Per raccontarvi questa storia è necessario fare un salto nel passato...
Non so quando è iniziata, non ho un ricordo preciso, ma soffro di ornitofobia da parecchio tempo. Non vale per tutti, solo alcuni galliformi e alcuni paleognati.
Per dirla in parole spicce ho una fifa blu di tacchini, struzzi e altre bestiacce simili.
Non mi è stato chiaro quanto questo fosse debilitante per me fino a quando non ho avuto a che fare con Renolto. (ci fu anche un episodio precedente, quando il tacchino di villa vegan ci sequestrò per un ora almeno durante un laboratorio di serigrafia, ma questa è un'altra storia)

Renolto era (ora penso sia morto, spero) un grosso gallo bianco che viveva nel centro di recupero della fauna dove ho fatto volontariato per un po'.
L'immonda bestiaccia mi ha bullizzato per un mese. Il solo vederlo mi dava una scarica di brividi lungo la colonna vertebrale e il mio cervello smetteva di ragionare lucidamente.
Prima era così anche per le galline, ma la mia amica Agnese ha chiamato a raccolta il suo esercito e con una terapia d'urto da 2000 coccodè mi ha desensibilizzato.
L'apice delle tensioni tra me e Renolto si è raggiunto quando una mattina prestissimo sono stata attaccata dall'infame bianco, che saltandomi addosso mi ha scagliato contro i bidoni della spazzatura facendomi finire gambe all'aria tra le bottiglie di vetro.
Il rumore ha richiamato uno dei gestori del centro che mi ha guardato stupita urlandomi: “ma cosa ci fai li?? che casino hai combinato?!”
si è presa il primo vaffanculo della giornata.
Alle 6.15.
buongiorno anche a te.
Non potevo andare avanti così, urgeva una soluzione.
Grazie all'aiuto degli altri volontari ho iniziato ad allenarmi e a prendere coraggio.
(a questo punto dovreste immaginare una sequenza di immagini con una musica avvincente;
io che corro sudata su per una ripida scalinata
io che faccio flessioni sotto la pioggia scrosciante
io che scappo piangendo inseguita dai polli
io che prendo a pugni un sacco di farina in un magazzino buio
io che insulto delle uova
io che colpisco con calci volanti a girare sagome di galli
il maestro Miyagi che annuisce serio
io tipo rambo appostata tra le frasche
musica che sfuma mentre la mia sagoma
in una posa kung fu si staglia sul tramonto rosso )



Al successivo attacco di Renolto ero pronta.

Scendo verso la gabbia delle scimmie, Renolto è lì.

Fermo, in mezzo alla strada.
Il suo occhio assassino e colmo di vile malvagità mi vede
l'altro occhio, anch'esso colmo di malvagità vede la strada dietro di lui.
Il becco si apre in un sorriso crudele.
Attacca!
Sono pronta.
ho una scopa in mano
E non ho paura di usarla.
Sferro un rapido colpo al corpo paffuto dell'infame bianco.
Fiera di me, ho vinto il brivido paralizzante e l'inettitudine celebrale.
Renolto schiva.
Panico.
Il mio piano geniale è fallito miseramente
Indietreggio
Panico bussa alla porta del mio sistema nervoso con una torta di mele in mano “amore sono tornato” lo sento dire.
Renolto attacca
Panico spegne la luce del mio intelletto.
Non me ne rendo nemmeno conto.
Due passi di rincorsa e lo rinvio come fossimo in area di porta
un rinvio che nemmeno Buffon nei tempi d'oro.
Vedo lo starnazzante Infame bianco che vola a 7-8 metri da me, atterrando goffamente e schizzando a ripararsi sotto un cespuglio.
Non ho più paura.

Scoppio a ridere tanto forte che le galline mi guardano stupite.
Renolto colpito nell'onore fa due passi allo scoperto e con voce stridula esulta rivendicando una menzognera vittoria.
Lo fulmino con lo sguardo “checcazzo canti?! Hai perso!!” (si, prendo a parole i galli) metto le mani attorno alla bocca ed esulto; "Chiccchiriicchiiiiiiiiii"
le galline mi guardano estasiate.
Rufio sarebbe fiero di me.
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Nel prossimo episodio: “Nel recinto dei velociraptor”
Foto di repertorio: Renolto in fascistissima posa