Gufi

Gufi
Se piccoli, vanno imboccati.
Ma la bocca è un becco, quindi imbeccati.
E così mi trovo a camminare per la strada buia verso la quarantena, con un piatto di ratto in mano e la torcia nell'altra.
Questa strada di notte è bellissima, si vede il cielo stellato tra le chiome degli alberi e miriadi di creature che si aggirano nel buio.

La quarantena di notte invece è inquietante, il fascio di luce della torcia non sorpassa il metallo della rete e il risultato è solo il bagliore degli occhi delle creature che vivono oltre quest'ultima.
Entro nella gabbia dei gufi, incastro la torcia e controllo la cesta-nido.
Quattro occhi neri contornati di piume bianche mi osservano e iniziano a soffiare minacciosi.
4.
dovrebbero essere 6.
bene, ho perso un gufo.
Ah no.
Black ha imparato a volare.
Così finisce questa storia.
Orange e Green li ho imbeccati da accuciata il terzo in punta di piedi, visto che si è rifiutato di scendere dal ramo più alto della gabbia.
Domani metto il cibo sui rami e se la vedono loro.
Ps: Tyto longimembris, barbagianni delle erbe orientale (che nome assurdo), che poi i miei colleghi europei hanno riso sentendo il nome “barbagianni” che ovviamente ho tradotto come bearded Johnny.

Epilogo: l'indomani torno nella gabbia per raccogliere campioni di feci, e Black è sul ramo piu alto che mi osserva... lo guardo bene e mi accorgo che è Orange.
Adesso.
o sono rincoglionita forte.

o i gufi mi stanno perculando.
se mi stanno perculando ci sono due opzioni: o si danno il cambio a far finta di non saper volare e a farsi imbeccare nel nido, oppure hanno imparato a scambiarsi gli anelli di riconoscimento (da qui i nomi dei colori).