Nel recinto dei velociraptor parte III – ridi per non piangere.


Ritento.
Ritento.
Il piano è semplice, entrare nella gabbia, posizionare il ramo, assicurarlo ai supporti con le fascette e uscire.
Veloce, rapido indolore.
No.
Panico ride di me
Risoluta più che mai entro nella gabbia.
Non mi faccio fermare da uno stupido piccione bislungo
non può essere questo un ostacolo.
Ho altro da fare che stare qui a preoccuparmi di 'ste cose.
Ogni mattina catturo un pitone di due metri, che vi assicuro che non è molto collaborativo.
Senza parlare poi di Kate (ah si ricordatemi di parlarvi di Kate) un varano di 1.80m con personalità multipla.
Non ho nessuna paura di loro,
perchè ne ho di questa immonda creatura?
(per particolari sulla suddetta immonda creatura vedere post precedenti “Nel recinto dei velociraptor”)
perchè mi terrorizza il suo sguardo e anche adesso a scriverne ho i brividi sotto le scapole?
Non lo so, ma quell'antico ramo andava portato in salvo...
a costo di non bere mai più montenegro in vita mia ce la devo fare.
Tutti questi bei discorsi colano verso il pavimento come una medusa spappolata su un parabrezza
(si lo so non se ne vedono molte.
E per fortuna, se le meduse volassero saremmo fottuti)
Lui è li, e non è più curioso.
Adesso non controlla se ho cibo.
Adesso avanza verso di me, l'infame che lo ha aggredito 20 minuti prima.
Esco veloce come un lampo e richiudo la porta.
Respira.
Ah già. Ho dimenticato il ramo...
con sollievo trovo un motivo per essere uscita.
Panico ride di me.
Prendo il ramo, e come se nulla fosse torno dentro.
Si fa per dire, il ramo non passa dalla porta
mi incastro più volte sotto lo sguardo dell'immonda creatura che ha la pietà di non aggredirmi ora, ma si limita a sbeffeggiarmi schioccando il becco.
Abbandono il ramo a terra e chiudo la prima porta (si tratta di due stanze contigue separate da una porta, si deve passare per la prima stanza per accedere alla seconda, c'è un velociraptor per stanza, quello della prima stanza si limita a elemosinare cibo con la sua cantilena. Quello della seconda è il mostro in questione.)
Saluto con diffidenza il vicino accattone e entro nella seconda stanza.
Lui e lì e mi guarda, faccio per chinarmi a prendere il tronco e lui avanza, torno in piedi e lui si ferma.
Faccio su e giù un paio di volte senza avere il coraggio di afferrare il ramo.
La bestiaccia è a meno di un metro e come un'epifania gli insegnamenti del maestro Miyagi tornano alla memoria..
una forza nuova mi pervade e l'ansia mi abbandona un poco, respiro a fondo e trovo la pace nel ricordo del calcio in culo galattico che s'è preso Renolto (pace all'infame anima sua).
esco.
E prendo una scopa.
Torno dentro e con una mano tengo il ramo e con l'altra la scopa fucsia puntata alla gola dell'immonda creatura.
Gli occhi rimbalzano dal lavoro che sto facendo alla scopa.
Il velociraptor è confuso e continua a litigare con le setole, beccandole e cercando di strapparmi la scopa di mano.
Il ramo e posizionato, adesso devo solo assicurarlo.
Quanto sono brava? Quanto sono furba?
no.
Fascette
dette anche fascette di serraggio o fascette stringicavo, prodigio della scienza e della tecnologia.
Utili, comode e veloci.
Non si possono chiudere con una mano sola.
O la fascetta o la scopa.
Lascio la scopa.
Il beccolungo prende coraggio e mi viene contro minaccioso,
ma la scopa mi ha dato la forza e il Renolto volante la grinta, afferro il suo becco nel momento in cui mi si lancia addosso. Lo faccio indietreggiare, fino all'angolo, sbatte le ali e cerca di divincolarsi.
attendo
(la mia boss mi ha spiegato che dopo qualche minuto di contenimento fatto bene la maggior parte delle bestie si calma)
la bestia si placa e anche se mi guarda con odio accetta la resa.
Lascio andare il suo becco, lentamente, mi allontano.
Ho vinto..
Ho vinto?
Incredula torno a lavorare.
Posiziono le fascette e assicuro il primo lato.
L'altra estremità del ramo è appoggiata contro la rete metallica che separa le due stanze, un telone copre la rete, per impedire ai due velociraptor di vedersi e continuare a scannarsi anche attraverso la rete.
Buco il telone e infilo due fascette, apro la porta, controllo il mendicatore che inizia subito la sua cantilena e mi chiudo la porta alle spalle.
Le mie dita non fanno a tempo ad afferrare la prima fascetta che questa scompare in un lampo, cerco veloce di afferrare la seconda, ma anche questa mi viene sfilata via dalle mani, mi fiondo dell'altra stanza e trovo il velociraptor con entrambe le fascette in bocca che colto di sorpresa inizia a saltellare per la stanza inpanicato. Senza pensarci faccio per corrergli dietro.
Poi mi blocco, ricordandomi che ho una paura folle di quella bestia.
Lui si ferma, e sembra ricordarsi esattamente della stessa cosa.
Cessa immediatamente le movenze da pollo e assume nuovamente il modo creepy velociraptor.
Ci guardiamo per un secondo, poi guardiamo entrambi la scopa che giace sul pavimento alla nostra destra. Mi lancio sulla scopa mentre lui si lancia su di me, afferro la scopa e gliela spingo in faccia, la becca furioso lasciando cadere le fascette.
Riproviamo:
il ramo è al suo posto, le fascette son nei buchi, la scopa tra la mia mano e il becco dell'orrido, la porta è aperta e il mendicatore mendica.
È tutto perfetto, eccetto la parte in cui sono nel mezzo tra le due gabbie, troppo corta per arrivare alle fascette senza mollare la scopa.
Fuck.
Mollo la scopa, salto di lato e chiudo la porta, afferro la prima fascetta e la chiudo veloce, dai che una è andata.
Afferro la seconda, la sento tirare e tiro a mia volta, un dolore mi distrae, mollo la fascetta, impreco contro il mendicatore che mi becca gentilmente le caviglie nel richiamare attenzione e.. la seconda fascetta è persa.
Sospiro.
Riproviamo: il ramo è al suo posto, una fascetta è nel buco, la scopa è nella mia mano.
Apro la porta e l'infame è subito dietro pronto mi sferra una beccata sul dito. Infarto.
Mi sovviene d'un tratto il ricordo del terrore.
Ricomincio ad aver paura.
Apro la porta il poco che basta per sbirciarlo
 le ginocchia mi fanno giacomo giacomo. Di nuovo.
No, non di nuovo.
L'antica fascetta andava portata in salvo, e io sono il montenegro di turno.
Prendo a male parole il mendicante e con la scopa imbracciata come una baionetta spalanco la porta con un ruggito. Il velociraptor si agita e inizia a sbattere le ali, io lo faccio indietreggiare pungolandolo con la scopa, facendo versi come un domatore di leoni (dovrei portarmi una frusta, anche se la scopa rosa fa la sua porca figura) finchè non si cheta buono in un angolo.
Fiera di me mi rimetto al lavoro.
Bene.
L'unica fascetta che ho chiuso. L'ho chiusa sul nulla. Il ramo non lo tocca nemmeno.
Grande Chiara, come al solito un buon lavoro.




Fine.
Nella prossima puntata: vincere la paura.