Gattini.

Gattini.
Sembrano gattini, ma non lo sono.
Si chiama gatto leopardino, è poco più grande di un gattone domestico ma ha un bel manto leopardato e un carattere di merda.
Ne ho 4 che avranno circa un mese e mezzo.
Tenerissimi un momento, infami graffiatori quello dopo. Ma è giusto così.
Per monitorarne la crescita una volta alla settimana li peso, e sarebbe bello se si sedessero spontaneamente sulla bilancia. Ma no.
Mi tocca afferrarli a tradimento mentre mi accerchiano famelici la mattina e infilarli ringhianti e soffianti in un sacco.
Chiudere il sacco, infilarlo in una scatola
Chiuder la scatola e metterla sulla bilancia.
Quest'operazione mi fa sentire moltissimo Crudelia De Mon, chiudere dei cuccioli in un sacco.
Che persona orribile.
Sono di due cucciolate differenti, entrambe trovate “incustodite” (la madre non fa la tana e li lascia soli per andare a caccia, come spesso accade chi li trova li pensa abbandonati e se ne appropria, o per pietà o per venderli.) uno dei due più grandicelli è maschio e si prende eccessive libertà con me, quali saltarmi addosso arrampicandosi con le unghie sui pantaloni e mordermi le dita quando sanno di cibo, ma complessivamente si fa catturare e non mi attacca quando cerco di infilarlo nel sacco.
La femmina maggiore è molto più diffidente e infilarla nel sacco significa uscirne quantomeno lesionati.
Ed è così che sono in piedi con un micio con le unghie nella mia coscia e un altro che si divincola ringhiando nel sacco.
Il recinto dove al momento stanno è un edificio di una bruttezza atomica, chi lo ha progettato deve aver fatto ingente uso di sostanze cerebrotossiche; oppure era convinto di costruire un delfinario senz'acqua. Si tratta di una fossa lunga e larga un paio di metri limitata da un muro di cemento alto circa 1.60m.
Senza porte.
Ci si entra calandosi dall'alto con una corda, e si esce saltando tra un'imprecazione e l'altra.
Ma torniamo al micio nel sacco. Nel mentre che mi scollo Riccardino (nome utilizzato da me per appellarmi al maschio rompiballe) dalla coscia sua sorella si divincola tanto da trovare l'uscita del sacco e sgusciare fuori, prender le misure, e prima ancora che mi accorga di quel che sta per succedere ella mi zompa addosso con le unghie spiegate e con un altro balzo prende la via della porta.
La vedo schizzare come un fulmine maculato ed è andata.
<< Error system32 >> file Gattoleopardino.dll non trovato.
Il mio cervello s'incastra incredulo;
guardo la porta
guardo Riccardino, ancora attaccato ai miei pantaloni
guardo la porta
guardo Riccardino
Riccardino guarda la porta.
Afferro Riccardino e lo lancio a terra mentre con l'altra mano mi reggo alla corda e mi lancio fuori rotolando sulla scala.
Vedo una macchia schizzare in direzione del bosco, le corro dietro.
Supera le vasche delle tartarughe e sparisce in un cumulo di foglie a fianco al recinto dei velociraptor.
.ho perso un gatto.
.ho perso un gatto.
.ho perso un gatto.
Il panico si fa strada in me, sgomma come uno zarro in piazzetta facendosi gallo davanti ai miei occhi sgranati.
Torno indietro
Chiamo la Boss mentre conto freneticamente i gattini 1,2,3 1,2,3,1,2,3 non accetto l'idea che non arrivo a contare fino a 4.
.ho perso un gattino.
Ctrl Z. perchè non si può fare nella realtà?
La notte precedente.
Riempire la vasca della batagur (Batagur affinis, Aka Terrapin di fiume della Malesia, tartaruga palustre di notevoli dimensioni) con la canna dell'acqua, questo è quello che dovevo fare, ma mi sono distratta e adesso l'intero recinto è pieno d'acqua, tanto che questa scroscia dalle pareti fino alla arida terra e le foglie e le piante galleggiano tra un recinto e l'altro.
Nel recinto a fianco alla Batagur c'erano i gattini, che adesso galleggiano in panico su grosse foglie di loto. Voglio raggiungerli ma il caos mi ostacola, tronchi pezzi di recinzione e i coccodrilli. Sopratutto i coccodrilli.
Mi sveglio alle 5.30, l'ibis sta urlando alle prime luci, mi giro dall'altra parte ripensando all'incubo che ho appena fatto, mi riaddormento felice del fatto che se anche dovesse capitare davvero, non abbiamo coccodrilli in zona.
Ho passato tutta la mattina a cercarla, io due keeper e la spagnola.
Ho pure preso il fratello e l'ho infilato in una gabbietta per portarmelo dietro, cosicchè la chiamasse.
Ha funzionato, lei ha risposto al richiamo del fratello, l'abbiamo localizzata e circondata ma ci ha messo poco a schizzarci via dalle mani in un lampo leopardino.
Abbiamo registrato il richiamo del fratello con il cellulare, cosicchè Riccardino potesse tornare tranquillo con gli altri, e abbiamo continuato a riprodurlo ma lei non ci è più cascata.
Abbiamo messo del cibo e la sua cuccia fuori, in modo che fosse attratta dall'odore, con la speranza di poterla ricatturare.
È ancora troppo piccola per sopravvivere da sola e il mio senso di colpa per averla lasciata scappare si è mischiato con il mio istinto di mamma gatta e il risultato è stato che potevo sentirla miagolare da un km e mi sembrava di poterne percepire l'odore.
Si è riparata nel recinto dei velociraptor, posto peggiore non poteva esserci a mio avviso (ecco nel sogno erano coccodrilli ma sempre esseri preistorici e pericolosi sono.) fortuna che quelle bestiacce sono troppo grosse per avventurarsi nella fitta vegetazione in cui si è nascosta.
Il pensiero della micetta sbranata viva dai velociraptor mi ha tormentato fino all'indomani, quando da poco passate le 7 della mattina, armati di reti e guanti ci apprestiamo alla battuta di caccia.
Ripetiamo il richiamo più volte ma a nulla vale lo sforzo, ormai la immagino ripulita dalle formiche, solo una pelliccetta leopardata in mezzo al fogliame secco.
Colpevole salgo le scale fino al recinto dei gattini, con il loro cibo tra le mani, immaginandomi i loro sguardi di rimprovero per aver perso una di loro.
Sono una gatta pessima.
Li sento miagoruggire da fuori (fanno un rumore simile a un miagolio, ma invece di essere con la “a” e con la “r” una sorta di Mirrrrrrrrrrrr).
Mi calo all'interno e subito mi circondano famelici, faccio i miei soliti magheggi per non farli litigare per il cibo e per uscirne più o meno intatta e mi siedo ad osservarli ingurgitare il mix di latte e pesce che ho preparato.


MIRRRRRRRRRun urlo disperato
Miiiiirrrrrrrrrrrr
1,2,3 hanno tutti la bocca piena
MIIRRRRRRRRR
1,2,3 mi guardo attorno
è lei riconosco il miagoruggito MIIIIIRRRRRR urla ancora. Ma non la trovo
NON LA VEDO.
Salto sul muretto e guardo nei recinti adiacenti
MIIRRRRRRRR mi urla contro, guardo in alto.
Il cuore mi si solleva di 20 cm dal petto, è sul tetto della gabbia, tra il telone anti pioggia e la grata, mi guarda ancora e urla MIIIRRRRRR
Chiamo la Boss “non puoi immaginare cosa ho trovato...”
Il piccolo demone deve aver seguito la voce del fratellino, oppure la traccia di cibo che le ho lasciato fino a casa, e trovandosi di fronte la porta chiusa ha pensato bene di arrampicarcisi e nascondersi sotto il telone (il nibbio bruno molestatore è sempre in agguato.)
Con io sotto che do indicazioni Nak e Sopea sul tetto che cercano di stanarla, alla fine strappano il telone e la afferrano guadagnandosi qualche graffio.
Con sollievo la rimettiamo insieme agli altri, aspetto una mezzora e poi le lancio un grosso pezzo di carne, che si bafa con grande soddisfazione. Il mio cuore è più leggero di 10 kg.
È tornata a casa, ora più incazzata che mai.