Si, ancora io.

Entro per la seconda volta nel ristorante italiano più buono di Siem reap.
Per la seconda volta perché ci sono venuta anche ieri a pranzo, e oggi varcare per la seconda volta in 24h questa porta mi causa un leggero imbarazzo, se non per l'assiduitá più per la mia obesità insita.

Ieri: entro felice e affamata come non mai, era un mese che progettavo di venire qui a sbranarmi qualcosa che avesse il sapore di casa, studio il menù e alla fine comunico al cameriere un primo e un secondo. Lui si allontana celere per tornare dopo un mezzo minuto "oh no i miei tagliolini al pesto di rucola sono finiti" (per chi non lo sapesse, potrei seriamente scoppiare a piangere per una tragedia del genere) ma il cameriere mi guarda e con le mani giunte mi dice :signorina credo che quello che lei ha ordinato sia un po' troppo per lei sola...
Lo guardo, non capisco a cosa si riferisca.
Lui si spiega meglio: sono due piatti abbondanti, di solito uno basta a saziare..
Io ci penso un po' su. Non credo siano tante le persone che hanno mangiato con me che possano dire di avermi visto avanzare qualcosa. Ho una connessione diretta occhi-stomaco. Ciò che vedo devo mangiare, e finché ho cibo davanti non mi fermo.
Sorrido al cameriere e gli dico gentile che proverò a mangiarlo lo stesso.
Lui si congeda con un dubbio che gli correda la fronte.
Inesorabile avanzo facendo scomparire pezzo dopo pezzo, tagliolino dopo tagliolino l'intero piatto. Sorniona sorrido aspettando il mio secondo.
Il cameriere avanza recando in mano una piccola casseruola di melanzane alla parmigiana, le porta con solennità come se portasse un obolo o meglio un sacrificio alla Dea della fame, al mostro dai molti stomaci.
Lo appoggia davanti a me in maniera rispettosa ma lo sguardo lo tradisce, mi guarda negli occhi cercando stupore, sgomento, imbarazzo, per le dimensioni di quel piatto.
Una scintilla di amore mi accende gli occhi, un urlo di ingordigia mi vibra dallo stomaco, rispondo allo sguardo con il sorriso di chi sa che ha già vinto.



Le melanzane non fanno in tempo a dire "mangia che hai magrito" che sono già dentro al mio stomaco e il solo scriverne mi mette fame ancora.
Il cameriere si avvicina con un sorriso ambiguo, un misto tra paura e ammirazione, sorrido e godendomi ogni lettera che scivola tra le mie labbra pronuncio " may I have a tiramisù, please?"
Lui non si trattiene, scoppia in una risata gentile, sincera. Fa un cenno con la testa e scompare con la casseruola ripulita.
Un filo di vergogna mi stringe la gola mentre raggiungo la metà della mia coppa di tiramisù. Lo scaccio con la mano, se ho fame significa che devo mangiare, tutto il resto sono illazioni e consigli medici non richiesti.
E comunque, sticazzi.



Oggi.
Oggi mi sa che prendo l'insalata, e un piatto di pasta al sugo, e magari anche un contorno... Anche se qualche melanzana..