Pinkie il bestemmia Party


Rifacciamo gli arricchimenti nella gabbia di Pinkie;
Pinkie è un langur (Trachypithecus germaini) maschio adulto che per colpa del suo merdo precedente detentore si è guadagnato questo soprannome.
Pinkie come pink, rosa il colore di cui l'aveva tinto il cerebroleso di cui sopra.
Ma ora pinkie è tornato grigio argento, e sta nella gabbia di sicurezza a rimpinzarsi di foglie.
Facciamo scalette di corda, altalene, rami pendenti, palle di corde e piattaforme, arredi nuovi di pacca.
Per fissare alcuni di questi c'è bisogno di salire sul tetto, chi va?
Ovviamente io, non tanto per fare la zelante, ma solo perché mi piace stare in alto, soddisfa il mio istinto procione.
Prendi la scala, ci sali, ti arrampichi per l'ultimo metro e mezzo ed è fatta.
No.
Non scherziamo.
Questo sarebbe una cosa troppo occidentale.
Qui siamo in Cambogia, dove tutto è più complicato, e più sembra che ce l hai fatta più diventa complicato.
Il tetto è pieno di foglie secche
le foglie secche sono piede di formiche
le formiche sono circondate da scorpioni
gli scorpioni hanno invitato i serpenti.
I serpenti ogni tanto accettano gli inviti.
Ma tu questo non lo sai, perché è tutto coperto dalle foglie secche.
Fossero solo le foglie secche.
Belle, quelle in cui saltavi nei cumuli da piccola, o ci lanciavi dentro la Trudo.
No.
Qualcuno ha voluto dirmi che il cobra reale usa fare il nido nelle foglie secche.
E addio all'innocenza delle foglie secche.
Io non ci litigo con una mamma cobra reale, manco per il cazzo.
Foglie secche.
Prima di arrivare a loro e al bestemmia-party sottostante c'è da affrontare un altro ostacolo.
Un albero, che con i suoi rami ostacola la scalata.
Ho una sega e una cesoia, che vuoi che sia un albero?
Mi arrampico spavalda sulla scala sgangherata con le mie infradito, taglio uno, taglio due, mi faccio più vicina, taglio tre. Un dolore alla spalla, mi giro e l'albero mi ha arpionato la pelle con le sue unghiette malefiche, afferro il ramo e esse mi si conficcano nei palmi e nelle dita, Rappresaglia!
Mi sposto di lato cercando di evitare di essere agguantata ulteriormente, lascio la scala e fuggo sulla rete.
La ciabatta mi si incastra rimango a piede nudo, cerco di raggiungere il tetto dove ho posato cesoie, sega e guanti.
Mi fermo a valutare la situazione, sudata, aggrappata con le dita come un gatto su una tenda.
Le spine del mostro albero mi tengono per la maglietta, le sento tirare sulla pelle come piccoli arpioncini.
Non posso ne scendere ne salire!
Ne scendere ne salire!
Devo sbloccare questa situazione, e non c'è nessun appiglio a nido di chiurlo ad aiutarmi.
Con un grido di animale mi spingo verso l'alto afferrando il bordo del tetto, sento le spine affondare nella carne, strattonarmi la maglietta, vorrei buttarmi sul tetto ma sono incastrata a mezza altezza.
-cosa sta facendo? Chiede la Boss
- litiga con l'albero... Risponde Mark
Tutti seguono la scena impassibili da terra.
Comincio ad imprecare pesantemente in italiano, tiro giù una quantità di santi che basterebbero a riempire il duomo. Sotto ridono, chissà come mai quando impreco in italiano suscito una grande ilarità, probabilmente loro sentono solo "wewe pizza, mandolino, mammamia! "
Tenendomi con una mano sola con l'altra mi sfilo la maglietta lasciandola all'albero che ritenendosi soddisfatto contraccambia con un paio di spine spezzate nel braccio.
Arrivo sul tetto.
Sudata
Senza una ciabatta
Sanguinante
Rossa paonazza
In reggiseno.
Da sotto mi acclamano con scherno.
Mando affanculo in italiano, che tanto capiscono lo stesso.
Riprendo fiato quel tanto che basta ad accorgermi di aver perso il mio invito al bestemmia-party delle foglie secche. Animate dal disdegno migliaia di piccole creature cominciano a pungermi i piedi e ad insinuarsi nei pantaloni.
Spero che quegli asociali dei serpenti non abbiamo accettato l'inviti degli scorpioni... Continuo il mio imprecare pregando Mark di lanciarmi un rastrello (rastrello, un 'altra parola che non riesco a dire in inglese, e quel maledetto albionico di Mark ci ride su fingendo di non capire ) spazzo via le foglie attorno a me creando un cerchio di protezione.
Il tetto è fatto di rete e spazzando lancio foglie e insetti incazzati vari sulle teste di chi prima mi scherniva.
Vendetta vera.
Recupero la pace e la maglietta.
Il resto della storia è ripetitiva, potrei raccontarvi del sole cocente dei litigi con spine, insetti e foglie secche, delle due ore passate a imprecare.
Ma no. Immaginatemi così: in ufficio mentre la vet mi medica i graffi e Mark mi prende per il culo.
Pinkie ha una bellissima gabbia ora, ed io ho imparato una nuova lezione:
Mai litigare con gli alberi, sopratutto se hanno le spine.
Vincono loro.
Sempre.