Breve storia di Flushh

Mi alzo nel cuore della notte che ho fatto un sogno strano, barcollo nel corridoio buio sino allo stanzino nel sottoscala che mi fa da bagno. L'interruttore scatta e la luce mi ferisce gli occhi, la pupilla si stringe e metto a fuoco. Un paio di occhietti neri liquidi mi osservano da dentro il cesso. Rimango ferma ad elaborare la situazione.
Ho sognato ci fosse qualcosa nel cesso.
Ma non questo cesso, un altro cesso.
E non un topo, ma un serpente.
Il cervello ingrana, esco e rientro dal bagno un paio di volte.
Si, c'è un topo nel cesso.
Mi inginocchio e faccio per prenderlo con la mano.
“ti morderà sicuro” dice la vocina nella mia testa, “Giusto” penso ritirando il braccio.
È piccolo, è un cucciolo con ancora la testa e le zampe grosse, gli occhietti scuri e il pelo bagnato, nuota esausto cercando appigli sulla liscia ceramica.
Da quanto tempo sarà in questa situazione? Il cervello mi si incastra e lo stomaco mi si stringe per il dispiacere, povera bestiola sarà spaventatissimo.
Afferro uno straccio da terra e lo faccio scivolare giù per la tazza (che poi non era uno straccio ma qualche mio vestito che aspettava di essere lavato) il piccoletto ci si aggrappa e piano piano lo tiro su e lo poggio sul pavimento.
Lo sento tirare un sospiro di sollievo, seduto tra le pieghe del tessuto mi osserva per qualche secondo con i suoi occhioni e le sue manine rosa. Un lampo gli attraversa la testa e si ricorda di essere topo, scatta andandosi a nascondere dietro al secchio che mi fa da sciacquone.
Ritorno a letto con mille pensieri in testa.
L'ho messo in una scatola di cartone, con un paio di vecchi pantaloni arrotolati, un tappino colmo d'acqua un fagiolo e un pezzo di carota. Se sopravviverà alla notte lo chiamerò Flushh e potremo diventare amici.



Epilogo.
Ho ragionato molto su Flushh, per quando abbia sempre sognato di avere un amico topo e per quanto ora come ora un coinquilino peloso mi illuminerebbe le giornate la cosa giusta da fare è lasciarlo libero. Il dubbio su il dove e il quando mi ha accompagnato sino alla gabbietta momentanea che gli ho allestito, dove sollevando il pesante coperchio di legno ho potuto constatare che, a parte il fagiolo, le numerose offerte di cibo non sono state toccate.. un rapido controllo e con sollievo mi rendo conto che Flush è evaso, sollevandomi dal compito di scegliere il luogo del rilascio.
Flush è il mio nuovo coinquilino, non so dov'è ma so che c'è, da qualche parte nella mia cucina. E ne sono molto felice.