Escapista razzista – Ovvero se Arsenio Lupin fosse membro di un Ku Klux Klan ma al contrario





Non era la prima volta che succedeva, nemmeno la seconda, è criminale seriale, recidivo, calcolatore e metodico, gli occhi color sabbia che indugiano tra le maglie nerastre della rete metallica, a scovare la minima debolezza, imperfezione.
Testa sistematicamente la resistenza delle saldature, cerca con i polpastrelli sensibili la ruggine dove la pioggia scorre fino a terra.
Fino a che non la trova.
La falla tra le maglie del sistema.
È un osservatore, una mente superiore imprigionata nel corpo di una scimmia puzzolente.

Il suo nome è Amabb, ma per mantenere la sua privacy scimmiesca lo chiameremo Clyde o Lupin... oppure Houdini...
Visto che non so scegliere lo chiameremo Amabb.
Per essere un Macaco (Macaca fascicularis ) è un gran pezzo di macaco, snello e ben piazzato, ma non grasso o eccessivamente grosso. Sarà per questo che ha due macaco-fidanzatine, Kikilou e Non-mi-ricordo-il-nome, che fa evadere sistematicamente dalla gabbia insieme a lui.
Il peloso Clyde ricava buchi nella rete metallica testando tutte le saldature e le giunture, trova i punti deboli, ci si appende con le 4 mani (di cui due piedi, ma essendo prensili valgono come mani) e inizia a scuotere come un forsennato oscillando furiosamente avanti e indietro finchè uno dei punti cede.
Il buco ricavato avrà se è tanto il diametro di 15 cm ma nonostante questo ci infila prima il braccio e poi la testolona, ed elastico come una pantegana ci passa attraverso ritrovandosi dalla parte sbagliata della gabbia.
Ogni tanto, da gentil macaco qual'è fa uscire le sue macaco-fidanzatine tenendo l'apertura dilatata per loro.
Dopodichè passeggiano per il centro, scorrazzano sui tetti delle altre gabbie o riposano sugli alberi. E non appena il keeper con il cibo per i macachi si appresta ad entrare nella gabbia si strizzano attraverso il buco nella rete per essere pronti a razziare la frutta e il riso, mentre un paziente keeper ricuce col fil di ferro il buco nella rete, sapendo che domani ce ne sarà un altro.

Oggi no.

Mi squilla il telefono: “dove sei?” è Cobraman, ha il fiatone.
- “a casa a lavorare al pc, perchè?”
- “bene, non uscire, è scappato il macaco.”
- “e quindi?” di solito non è un problema.
- “ mi ha appena attaccato. Penso sia razzista”
- “ ah.”
Cobraman stava andando in quarantena quando sentii i rami muoversi sopra di lui, alzò lo sguardo e si trovò il grosso macaco che discendeva con furore 20 metri di albero saltando di ramo in ramo con foga scimmiesca, lo sguardo fisso e i dentacci di fuori.
Cobraman non si è mosse fino a quando Amabb raggiunse il suolo, e senza rallentare o esitare si scagliò contro di lui.
Cobraman iniziò a correre inseguito dal peloso Lupin, come un ostacolista in ciabatte crocs saltò lesto i muretti in mattoni dei recinti delle tartarughe, uno, due, tre, la scimmia non rallentò e sotto lo sguardo disinteressato delle tartarughe saltò con un unico balzo l'ultimo muretto che la separava da Cobraman.
Cobraman non l'aspettò. Si infilò veloce nel recinto dei velociraptor chiudendosi la porta alle spalle.
Si osservarono per un momento tra le maglie metalliche della rete. Gli occhi nocciola di Amabb indugiavano sui becchi affilati dei velociraptor che si affollavano maligni dietro le spalle di Cobraman. Decise di non rischiare.
Cobraman rincuorato dalla sua gang di immonde bestiacce alate che lo circondava, recuperò fiato.
Lupin espirò con ira dalle narici pelose, mostrò i grossi canini appuntiti e si girò di spalle, mostrando il deretano rosa come ultimo gesto di screzio e se ne andò.

Ascolto la storia stupita del comportamento di Clyde; non è mai stato minaccioso, non ha mai rincorso nessuno con quella foga e ardore, a volte si limitava a rubare scaltro la frutta dai secchi dei keeper quando li lasciavano incustoditi per entrare nelle gabbie dei vari animali. Scorro gli sguardi di Cobraman e ElCono, la recente bravata di Amabb ci rimbomba in testa come una dichiarazione di guerra.

Mom (che ha sempre lavorato come keeper ed ora è passata al dipartimento educazione) sta guidando una decina di persone in un tour per il centro, si ferma ad ogni recinto a raccontare la storia dell'ospite e le difficoltà che i suoi parenti liberi devono affrontare in natura. È quasi alla gabbia della lontra quando si trova davanti Clyde, (nel suo completo gessato e il suo cappello da gangsta, il tommy gun spianato contro la piccola folla) Mom conosce le scimmie, ci ha lavorato per anni, con voce tranquilla istruisce il gruppo a non agitarsi e si frappone tra la scimmia criminale e i bambini.

Clyde è razzista, come molti animali.
O meglio, ha imparato ad associare il colore chiaro della pelle con i guai. Tutti i nostri keeper sono ragazzi e ragazze dei villaggi della zona, hanno una pelle color caffelatte, statura che non supera il metro e sessanta e probabilmente odorano similmente tra di loro ( non ho il naso abbastanza fino per percepire l'odore personale di qualcuno senza esserci a stretto contatto, ma so che la dieta influenza moltissimo l'odore di una persona, e la dieta dei Barang è molto diversa da quella dei locali).
I keeper per tutti gli animali nostri ospiti sono sinonimo di cibo. Entrano ogni giorno nella maggior parte delle gabbie, puliscono e danno da mangiare, insomma sono qualcosa di buono, non un pericolo o qualcuno di cui aver paura.
I bianchi no.
I bianchi quando si avvicinano in più di due ad un animale è per catturarlo, contenerlo e fare tutte quelle cose assurde e crudeli di cui un animale selvatico non può capire la necessità, come ispezionare una ferita, somministrare dei farmaci o infilare in una gabbia per qualche ora prima di essere rilasciato in natura.
Questo non vale solo per gli animali selvatici, ho riscontrato più volte situazioni in cui animali domestici non facessero caso ai locali, lasciandoli passare indisturbati, incattivendosi invece con turisti e bianchi in generale (forse qualcuna delle mie compagne di viaggio sequestrate da una gang di cani in Thailandia se lo ricorderà).
Se provate ad allevare un cane senza mai farlo venire in contatto con una categoria di persone con caratteristiche differenti (colore, odore, dimensioni) da quelle a cui è abituato, come vecchi, bambini o nani. Quando se ne troverà uno davanti in età adulta lo affronterà come un “estraneo” perchè non rientrante nelle caratteristiche dell'insieme “umani” incontrati sino ad ora, comportandosi di conseguenza.
Stessa cosa fanno tutti gli animali; tutti gli umani conosciuti sino ad ora sono piccoli glabri scuri e profumati, se mi trovo davanti un grosso peloso pallido che puzza di deodorante (quindi un tedesco) sarà sicuramente qualcosa di diverso da un umano.
É per questo che i bambini dei villaggi remoti scoppiano a piangere quando mi vedono.
Insomma, spero sia per questo...

Ma tornando allo stallo tra Mom e Clyde.
Clyde osserva il gruppo di visitatori, sono tutti cambogiani, quindi non può fare appello al suo solito razzismo, deve trovare una scusa adeguata alle sue scorribande, presto fatto, uno dei bambini del gruppo sta mangiando il gelato da una coppetta.
Fantastico. Da manuale.
Clyde zompa in avanti mostrando i denti, Mom vacilla ma tiene la sua posizione mentre il gruppo retrocede di un metro strillando. Clyde non ha più tempo perchè vede i keepers con i bastoni avanzare nella sua direzione. Scatta in avanti strappando il gelato di mano al bambino e in un lampo è in cima all'albero. Prima ancora che i keeper raggiungano il luogo del delitto la coppetta in cartone precipita vuota al suolo e Clyde lecca via dalle dita l'ultima goccia di vaniglia.

Ha passato il segno.
Rubare le caramelle ai bambini da sempre è sintomo di profonda malvagità, se poi è gelato e ci sono 45 gradi questa malvagità sconfina nel sadismo.

Abbiamo un piano, ma prima di poterlo attuare dobbiamo ricatturare l'immondo primate.
Non è poi così difficile, alle 15.30 spaccate i keeper si avviano verso la gabbia dei macachi con i cesti colmi di cibo, non fanno in tempo ad aprire i lucchetti che Amabb è rientrato veloce attraverso il buco e passeggia entusiasta in attesa del cibo. Il buco viene richiuso e la scimmia-gangsta viene lasciata tranquilla a godersi la siesta con le due scimmio-fidanzate.

17.20. la squadra speciale dei barang si appresta all'azione, abbiamo una cerbottana e svariati grammi di ketamina (anestetico), Amabb conosce bene la cerbottana e rimbalza da parte a parte come una molla non appena ElCono prende la mira.
Non ci faremo fregare così da una scimmia puzzolente; afferriamo dei manici di scopa e li portiamo alla bocca puntando verso Amabb, “OH mio Hanuman hanno un arsenale!” leggo negli occhi di Amabb quando realizza che abbiamo tutti una cerbottana, messo all'angolo si piglia una siringata di Ketamina nelle chiappette.
Di solito a sto punto si aspetta; in 10-15 minuti l'animale comincia a barcollare, la testa si fa pesante e le mani lasciano la presa. Noi siamo pronti per saltare dentro e prenderlo al volo, in quel limbo in cui se entri troppo presto l'animale è ancora abbastanza sveglio da attaccarti e se entri tardi l'animali rischia di cadere a terra facendosi male.
Aspettiamo.
E aspettiamo.
Amabb si è rilassato ma forse solo perchè abbiamo posato le armi e ci siamo seduti.
Aspettiamo, sono ormai più di 25 minuti e Amabb non mostra segni di sonnolenza.
Ricarichiamo la cerbottana. Forse è andata a vuoto o forse è stato cerbottanato così tanto che ha bisogno di una doppia dose.
Ricomincia la giostra, Amabb schiva lesto il nuovo colpo che si infilza dritto contro un ramo, al terzo colpo non ha scampo, urla di rabbia quando la siringa si infilza nell'interno coscia. Aspettiamo qualche minuto e Amabb sembra in trance, siede con gli occhi aperti su una piattaforma di rami, lo aspettiamo in due con le reti pronte a prenderlo al volo mentre ElCono da fuori lo tocca leggermente con il manico della scopa facendolo precipitare come un sacco di patate nella rete.
Lo pesiamo, gli facciamo un veloce check up medico e poi lo trasferiamo in una nuova gabbia, a qualche centinaio di metri, starà da solo per un po' finchè non troveremo una soluzione migliore (come ad esempio rendere la gabbia delle scimmie a prova di scimmia).

Mi fiondo giù dalle scale che manca un minuto alle 7, ora del meeting mattutino con tutto lo staff dove si parla delle attività del giorno; arrivo nel cerchio di persone e vedo Nak con il suo sorriso beffardo che mi guarda con qualcosa da dire nascosto sotto la lingua.
Ride e guarda Mom, lei ride e guarda Sophea, che ride e dice a Nak di dirmi perchè stanno ridendo.
So che loro sono svegli da ore ma io ho lasciato il letto meno di 5 minuti fa e non sono ancora abbastanza sveglia per tutto questo.
Nak mi fa il gesto di avvicinarmi mentre si gira verso il cancello.
Lo seguo e il mio sguardo irritato passa da lui al suo braccio teso e al suo indice puntato verso la gabbia dei macachi.
Amabb è sul tetto della gabbia, lì sdraiato, bello come il sole che gli bacia la pelliccia dorata.
Guardo Nak, mi giro verso gli altri, riguardo Amabb.
E scoppio a ridere tantissimo.
Quella scimmia è un genio.

Questa storia finisce qui. Anche se, come potete immaginare finisce qui solo per voi, perchè per noi e Amabb questa storia non può che finire male.

Gli animali selvatici non dovrebbero stare in gabbia, non dovrebbero essere allevati dagli umani o a stretto contatto con essi. Non c'è possibilità di ritorno per questi animali.
L'ipotesi più rosea è di spendere il resto della vita in una gabbia, seppur grande e bellissima (se sono fortunati), per i gangster come Amabb non c'è posto nel nostro mondo, l'unica alternativa è andare ad incontrare il Dio Hanumann e sperare di avere più fortuna nel prossimo giro, rincarnandosi in un posto senza umani.