CROCODILE SUSHI ROLL - Episode 2



Lo stagno è quasi vuoto e Cobraman si avvicina armato di due canne di bambù, con la prima tocca il naso del coccodrillo più vicino, che irato fa schioccare le fauci e frusta la coda rimanendo poi minaccioso con la bocca aperta, la seconda canna porta appoggiata all’estremità un cappio di corda la cui altra estremità è tenuta saldamente da Phea.
Ricorda un po’ uno di quei giochi in cui devi passare l’anello lungo una forma di metallo senza che tocchi nulla, il cappio passa attorno alla mascella del coccodrillo senza toccarlo fino a superare la coppia di canini prominenti che si trovano appena dopo il primo terzo della mandibola. Una volta che il cappio supera i canini Cobraman tira, il cappio si chiude contemporaneamente alla bocca del coccodrillo, producendo un suono secco e spaventoso, che rende immediatamente chiare le conseguenze di un possibile morso.
Phea tira, e gli altri dietro di lui, il coccodrillo pianta le zampe e inizia a rotolarsi furiosamente, mossa che sarebbe estremamente efficace se invece che una corda in bocca avesse l’arto di un malcapitato, ma la corda si torce e la trottola squamata viene trascinata suo malgrado fuori dallo stagno e sull’erba morbida. Lui soffia e piantando i piedi tira la corda cercando di liberarsi con vigorosi colpi del capo, Cobraman gli gira attorno ricordando a Phea e gli altri di tenere sempre la corda in tensione; “se allentate la presa, lui smette di tirare e vi corre in contro. Tirate il tanto che basta per tenerla in tensione” posiziona i piedi ai lati della coda e prosegue con le istruzioni “adesso gli salterò addosso e gli chiuderò la bocca, uno di voi, non appena la bocca sarà chiusa gli solleverà le zampe da terra e le metterà lungo il corpo tenendole salde, pronti?”
Cobraman salta con entrambe le mani sul coppino della bestia e preme con tutto il suo peso schiacciandola verso terra, gli chiude la bocca premendo sul rostro poi fa scivolare le mani ai lati e afferra saldamente mandibola e mascella tenendole assieme.
I coccodrilli hanno una potenza di morso superiore a qualsiasi altro animale, ma questi muscoli sono specializzati nel chiudere la bocca frantumando ossa e sbrindellando carne, non sono fatti per aprirla con altrettanto vigore. Quindi un paio di mani poco allenate, come le mie, possono tranquillamente tenere saldamente chiusa la bocca di un coccodrillo di due metri. Il problema è il resto del corpo.
Il coccodrillo sentendosi in trappola fa perno sui piedi e fa per rotolare, mossa che gli consentirebbe di liberarsi dalla presa, ma Vibol si butta dietro a Cobraman sollevando le zampe posteriori e immobilizzandole.
È il mio turno, con il nastro gommato faccio tre giri attorno all’apice del muso del povero coccodrillo, che adesso soffia di rabbia, sto attenta a non coprigli le narici mentre gli chiedo scusa.
Giames l’inutile armeggia con il lettore di microchip e con la tabella con tutti i codici dei vari esemplari, il chip di solito si mette alla base della coda, dietro l’anca destra, ma L’inutile fatica a trovarlo o a far funzionare il microchip, finché la musichetta ci informa che ha trovato il codice a otto cifre che ci conferma la sua identità, ora dobbiamo scoprire se è maschio o femmina.
I coccodrilli non hanno le tette, cosa che sicuramente saprete, visto che non sono mammiferi, e non hanno nemmeno genitali esterni, come ci insegna quella famosa barzelletta dei carabinieri le cui mogli volevano una borsetta di coccodrillo. I genitali stanno al sicuro nella cloaca, pertugio che racchiude le funzioni escretive e riproduttive di rettili e uccelli. Perciò l’unico modo per scoprirne il sesso è infilare un paio di dita in quel pertugio umidiccio e capire a tatto se si tratti di un coccodrillo o una coccodrilla.

Una volta scoperto il sesso il malcapitato viene messo in un recinto a parte, con il nastro adesivo saldamente attorno alle pericolose fauci e lasciato lì finché la stessa operazione non verrà ripetuta su tutti gli altri 44.
Siamo già sudati fradici e non sono nemmeno le otto del mattino.
La facilità con cui i primi sei coccodrilli vengono catturati e sessati ci induce a pensare che sarà una giornata meno faticosa del previsto, ed è accompagnata da una sensazione di eccitazione per quello che sembra quasi un gioco nel quale sembriamo molto bravi.

I keepers si dimostrano bravissimi, catturano i coccodrilli senza commettere errori, provando a turno a saltargli sulla schiena per chiudergli la bocca, e Cobraman ci insegna a sessarli ed assestarne le condizioni fisiche.
Alcuni hanno sanguisughe negli occhi, altri dita mancanti e cicatrici ovunque, in ricordo degli anni passati in quell’allevamento da incubo. La cattura procede bene mentre la temperatura si alza e noi sudiamo e sbuffiamo.
“dai facciamone un ultimo prima di pranzo” dice Cobraman staccando la bocca dalla borraccia dell’acqua.
L’inutile continua a fumare sigarette e fare commenti cretini invece di concentrarsi, l’ho sostituito nell’uso del chip reader e nella ricerca del codice sulla lista, ma subito dopo aver nastrato la bocca delle bestie.
Cobraman è a cavalcioni su un coccodrillo particolarmente grosso, infatti Vibol è dietro di lui che lo aiuta a tenerlo a terra. Lascio il lettore di chip a terra e vado per mettere il nastro ma Cobraman non ha ancora le sue dita salde attorno alla mandibola e la bestia con un poderoso colpo di testa si libera dalla presa sferrando un morso veloce come un lampo alla mano di Cobraman che urla di dolore e ricaccia la testa dell’animale a terra con forza e riprendendo controllo della bocca chiudendola. Mi fulmina con lo sguardo mentre il sangue copre le sue mani e la testa del coccodrillo soddisfatto di quella piccola vendetta.
Cobraman rassicura gli altri con rabbia. Il rostro del coccodrillo è tutto coperto di sangue e il nastro adesivo non fa presa, le mani mi tremano e ci metto più del dovuto a mettere in sicurezza le fauci dell’animale.
È stata colpa mia, mi sono avvicinata troppo presto con il nastro.
Phea prende il posto di Cobraman sulla testa del coccodrillo e lui si allontana in silenzio tenendo la mano coperta di sangue in alto.
Compilo la scheda di fretta pulendomi il sangue sui pantaloni, non appena il coccodrillo viene spostato nel recinto a parte concordo con gli altri per andare in pausa pranzo e vado a cercare Cobraman.
Lo trovo in mensa, che viene esaminato da un ragazzino che L’inutile si è portato dietro, ha uno squarcio di un paio di centimetri sul lato del dito indice dell’unica delle sue mani che ancora possiede un dito indice, “...per fortuna il coccodrillo ha morso e mollato immediatamente la presa..” ...sta dicendo al capo, “ altrimenti dicevo addio anche a questo dito!” scherza lui mentre tiene il dito arrotolato in della carta igenica. Ovviamente tutti i kit di pronto soccorso sono sforniti di disinfettante e qualcuno è andato alla farmacia a comprarlo.
Lo guardo con gli occhi da cucciolo colpevole e lui sorride come per dirmi “ non preoccuparti” cosa che ripete non appena la piccola folla attorno a lui si dirada, “ non preoccuparti, se qualcuno si doveva fare male sono io, meglio che chiunque di voi”. Vorrei ricordagli che non è finita, che ne mancano ancora tanti e che con quella mano non so come faremo, ma invece chiedo scusa una volta in più e mi occupo di fasciarlo con le bende che hanno appena portato.
Non ricordo il suo nome, ricordo che era alto, biondo e abbastanza muscoloso seppur magrino, ha conosciuto L’inutile e il dottore ieri sera al bar e sentendo che avrebbero partecipato a questa attività divertente l’indomani li ha pregati di partecipare. Quindi Giames L’Inutile si è presentato seguito da questo ragazzino e il Dottore, che al momento di esercitare la sua funzione e medicare Cobraman si è ritrovato con mani tremanti e un evidente disgusto per il sangue. Abbiamo poi scoperto che era un chiropratico e non un medico. Il ragazzino a quanto pare è stato addestrato nel primo soccorso in qualche esercito che non ho capito, anche se a me sembra troppo giovane, ma non sto ad indagare.
Gli altri coccodrilli vengono catturati e processati sotto la supervisione di Cobraman ma grazie ad un eccellente sforzo di Pau, me, dei keepers e di Samnang che si è rivelato un eccellente catturatore di coccodrilli. Anche il ragazzino spilungone si è rimboccato le maniche e ci ha dato una mano, vedi a fare amicizia nei bar? Ogni coccodrillo viene catturato, immobilizzato, identificato, sessato e rollato. Quest’ultima operazione consiste nel avvolgere l’animale in una stuoia di bambu assicurata con delle fascette, impedendo all’animale di muoversi e consentendoci di trasportarlo in sicurezza. I coccodrilli sono dei maestri delle testate, il rostro è arredato di denti affilatissimi che fuoriescono dalla bocca chiusa, a volte anche attraverso delle fessure nella carne della mandibola. Cobraman lo sa bene, visto che una volta è stato “baciato” sulla bocca da un coccodrillo incaprettato, procurandosi un taglio di un paio di centimetri sotto il suo labbrone gigante.
Senza ulteriori ferite gravi (lividi ed escoriazioni sono inevitabili) in tempo record di dieci sudate ore, finiamo di impacchettare coccodrilli e saliamo in macchina dirigendoci verso l’ospedale in città. Il dito di Cobraman sembra un salsicciotto sanguinolento e il medico gli mette sei punti da un lato e due dall’altro. Degna di essere ricordata è la reazione dell’infermiera che compilava il questionario, “come si è ferito?” “Crocodile bite” (morso di coccodrillo) faccia interrogativa dell’infermiera “Krapua” ripete Cobraman in khmer, le sopracciglia dell’infermiera si inarcano cercando di capire che lingua stia parlando, “this one” (questo) aggiunge Cobraman a didascalia dell’immagine che compare sullo schermo del suo telefono. Le sopracciglia dell’infermiera s’inarcano e gli occhi si spalancano e vanno a rimbalzare immediatamente tra il dito sanguinolento e il dito mancate dell’altra mano. La bocca semi aperta e la domanda che non fa in tempo a scivolare giù dalle labbra, “ah no questo è stato un puah veh” (king cobra). E gli occhi dell’infermiera che cercano di saltare via dalle orbite.
Arriviamo a casa con Mao e Pau, ordiniamo la cena e nel frattempo mi avvio a cercare antibiotici non in pasticche in tutte le farmacie della via, decido di andare a piedi perché sono stanchissima, discorso poco logico se non fosse che guidare in Cambogia al buio richiede una quantità di energia mentale non indifferente. Scelta di cui mi sono comunque pentita visto che ci ho messo tre farmacie a trovare amoxicillina solubile perché Cobraman non è in grado di ingoiare pasticche.

Continua…